Descrizione

Il culto cristiano non è un atto privato, ma possiede un carattere pubblico che impegna le relazioni sociali. Eppure, il pensiero comune vorrebbe che la fede fosse confinata nella sfera privata, in nome di un concetto di laicità secondo il quale il credente che agisce nell’ambito pubblico deve comunque abdicare alle proprie convinzioni per vivere “come se Dio non ci fosse”. Di fronte a questa pretesa, il libro di Diotallevi propone una pretesa di segno opposto, ovvero una visione dei rapporti tra credenti e società civile non passiva come vorrebbe il laicismo ma basata sul concetto di libertà religiosa in cui il cristianesimo resta chiesa, ovvero qualcosa la cui misura di riferimento è l’intera città e non una sua dimensione o una sua componente, siano essa la religione, la famiglia, il piccolo gruppo, la vita emotiva dell’individuo o altro.

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